Le elezioni regionali hanno avuto il loro epilogo: vince il centrodestra con Roberto Occhiuto che ottiene il 57,26% dei consensi. Pasquale Tridico, per il centrosinistra, raggiunge il 41,73, mentre Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare) chiude con l’1,01%. Ha votato il 43,15% degli aventi diritto. A Lamezia Terme Roberto Occhiuto vola con il 63,81% dei consensi (16.830 voti), Tridico raggiunge il 35,17% (9.227 voti). Sono venti i seggi per il centrodestra in Consiglio regionale (7 Forza Italia, 4 Occhiuto Presidente, 4 Fratelli d’Italia, 3 Lega, 2 Noi Moderati), nove per il centrosinistra (4 Pd, 2 Tridico Presidente, 1 Movimento 5 Stelle, 1 Democratici Progressisti, 1 Casa Riformista). Con Roberto Occhiuto, confermato presidente della Regione Calabria, il centrodestra si proietta già all’imminente futuro e agli obiettivi che la squadra del governatore dovrà mettere in agenda. Iniziando dalla fine del commissariamento sulla sanità in Calabria, annunciato a Lamezia Terme, nei giorni che hanno preceduto il voto del 5 e 6 ottobre, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tale passaggio potrà aprire le porte ad “una riforma del sistema sanitario” come prospettato dal presidente Occhiuto. Giusto così, il centrodestra che ha vinto le elezioni deve subito mettersi al lavoro, l’opposizione deve fare la sua parte, essere propositiva e incalzante, ma è auspicabile che i partiti facciano anche una seria e oggettiva riflessione sui risultati elettorali.
Analizziamo il dato di Lamezia Terme. Vince senza ombra di dubbio Emanuele Ionà (Occhiuto Presidente) che con 6833 voti (ben 3741 a Lamezia) diviene Consigliere regionale e porta a casa un risultato di assoluto rilievo, frutto di un preciso lavoro di squadra e non lasciato al caso. Risultato importante anche quello di Gianpaolo Bevilacqua, che con 5.098 voti (3.372 a Lamezia) è il primo dei non eletti della Lega, piazzandosi, nella circoscrizione centro, dietro Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale uscente, e davanti Pietro Raso (5.064 voti complessivi e 1698 a Lamezia), quest’ultimo sostenuto dal deputato Domenico Furgiuele. E’ vero che tra Bevilacqua e Raso c’è una forbice di soli 34 voti, ma è altrettanto doveroso aggiungere che tale distacco si allarga vertiginosamente nella città di Lamezia Terme: 3.372 sono stati i voti di Bevilacqua rispetto ai 1.698 di Raso. Il Consigliere regionale uscente ha perso nettamente nel suo principale territorio di riferimento. Bevilacqua, in ogni caso, si potrà tranquillamente giocare le sue carte per entrare in Consiglio regionale con la nomina della nuova Giunta. A parte questa “sana” competizione interna, il risultato della Lega in Città è storico: 6.025 voti pari al 24,5%. Segue la lista “Occhiuto Presidente” con 4893 voti (19,89%). Se a questi dati aggiungiamo il 3,99% di Forza Italia (c’è da dire che i voti del partito forzista sono stati quasi interamente dirottati nella lista gemella “Occhiuto Presidente”), possiamo concludere che quasi il 50% dei consensi (esattamente il 48,38%) sono stati ottenuti da Lega e Forza Italia. Significativo anche il risultato di Noi Moderati che con 1.441 voti (5,86%) si conferma partito radicato sul territorio, confermando l’ottima performance delle elezioni amministrative, mentre Fratelli d’Italia si “accontenta” di 2.197 voti (8,93%).
Il centrosinistra continua a essere vittima di divisioni interne. E continua a pagare queste divisioni e lacerazioni, in particolare il Partito democratico, su scala regionale come anche a Lamezia Terme. I dem a Lamezia Terme sfiorano il 10% dei consensi, un risultato sicuramente inferiore alle aspettative e a quello regionale (13,59%). La stessa Consigliera uscente Amalia Bruni non entra a Palazzo Campanella: non bastano 4.053 preferenze (1.570 voti a Lamezia Terme). Manca un gioco di squadra, quello stesso gioco di squadra che ha portato all’elezione di Emanuele Ionà, vice coordinatore regionale di Forza Italia. Né tantomeno il centrosinistra e il Partito democratico si possono “aggrappare” alle improvvise dimissioni di Roberto Occhiuto da presidente della Regione, e alla conseguente imminente tornata elettorale, per giustificare un risultato che non ha premiato il campo largo. È giusto farsi trovare pronti in ogni momento: la politica richiede coesione e impegno quotidiano.




