Chi pensava che il nuovo corso del Partito Democratico di Lamezia Terme avrebbe segnato una svolta, dovrà ricredersi. Nonostante alla guida del direttivo sieda l’avvocato Luigi Muraca – figura di rilievo, dal profilo moderato – il PD lametino sembra inciampare negli stessi errori e meccanismi del passato, quegli stessi che erano stati duramente criticati proprio da chi oggi ricopre ruoli di vertice.
La presenza di Muraca avrebbe potuto rappresentare una garanzia per una gestione più equilibrata e condivisa, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali, viste come un’occasione per ricucire rapporti interni e rilanciare l’unità del partito. E invece, ancora una volta, la base del partito è stata tagliata fuori dalle decisioni.
Forse le dimissioni improvvise del presidente Occhiuto hanno colto di sorpresa alcuni dirigenti. Ma da tempo si sollevano malumori tra gli iscritti. A dare voce al disagio è Antonio Sirianni, ex segretario cittadino del PD, che ricorda: «Tre anni fa, in occasione delle elezioni politiche anticipate, come membro della direzione provinciale dissi che sarebbe stato corretto partire da una valutazione degli uscenti da parte degli iscritti. All’epoca c’era un solo uscente, e fui criticato per quella proposta».
Oggi, secondo Sirianni, si è andati perfino oltre: «Si stampano i ‘santini’ elettorali senza sapere nemmeno chi sarà il candidato presidente. Figuriamoci se è possibile un confronto serio con i militanti».
Il segretario cittadino, Vittorio Paola, aveva annunciato la convocazione di un’assemblea a breve, ammettendo però che il clima interno è tutt’altro che sereno: «Non ci sono grandi divergenze politiche, ma prevalgono rancori e risentimenti personali. E come diceva Nenni, la politica non si fa con i sentimenti, figuriamoci con i risentimenti».
Ma per Sirianni non basta citare Nenni: «Valutare gli uscenti non significa solo giudicare l’operato istituzionale. Bisogna chiedersi che contributo hanno dato alla crescita del partito, se sono stati capaci di mantenerlo unito o se hanno invece alimentato divisioni. Alla fine si raccoglie ciò che si semina».
Alla luce di quanto sta accadendo, Sirianni conclude amaramente: «Niente di nuovo nel PD lametino». E forse non ha tutti i torti: i grandi temi discussi nell’assemblea del 7 agosto 2024 – come il ricambio generazionale, la mancanza di democrazia interna e la partecipazione della base – sembrano oggi dimenticati. Messi da parte in nome dell’urgenza e della fretta. Ora si corre. E chi c’è, c’è.