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Goletta Verde: la foce del torrente Spilinga a Gizzeria è fortemente inquinata

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Oltre la metà dei punti di prelievo lungo la costa calabrese risulta inquinata. Secondo i dati diffusi da Goletta Verde, su 23 campionamenti effettuati tra fine giugno e inizio luglio, ben 13 presentano valori oltre i limiti di legge, con una preoccupante concentrazione di inquinamento fecale nella provincia di Reggio Calabria.

I risultati sono stati illustrati da Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, Laura Brambilla, portavoce di Goletta Verde, insieme a esponenti istituzionali e tecnici come Giovanni Calabrese (assessore all’Ambiente della Regione), Michelangelo Iannone (DG di Arpacal), e rappresentanti della Capitaneria di Porto e dei comuni costieri.

I numeri del monitoraggio

Il monitoraggio ha riguardato 9 punti a mare e 14 in corrispondenza di foci e scarichi critici. Dei 23 totali:

  • 10 sono risultati entro i limiti di legge

  • 9fortemente inquinati

  • 4inquinati

Secondo Legambiente, queste criticità sono dovute in gran parte alla scarsa o inefficiente depurazione delle acque reflue.

Province: il dettaglio dei risultati

Cosenza

Sei i punti analizzati, tutti entro i limiti. Tra questi:

  • Foce del fiume Noce (Tortora Marina)

  • Foce del fiume Crati

  • Torrente Coriglianeto

  • Torrente Colognati

  • Foce fiume Bagni (tra Acquappesa e Guardia Piemontese)

  • Area Faro Capo Trionto

Catanzaro

Tutti e tre i punti campionati risultano oltre i limiti:

  • Foce torrente Spilinga (Lamezia Terme/Gizzeria) – fortemente inquinata

  • Foce del Corace (Marina di Catanzaro) – inquinata

  • Spiaggia presso fosso Beltrame (Montepaone-Soverato) – inquinata

Crotone

Su quattro punti:

  • Due foci: Esaro (Crotone) – fortemente inquinata; Nicà (Crucoli) – entro i limiti

  • Due spiagge: Passovecchio (Crotone) – entro i limiti; Le Castella (Isola Capo Rizzuto) – fortemente inquinata

Reggio Calabria

Situazione critica: tutti e sei i punti analizzati risultano inquinati da batteri fecali.

  • Foce fiume Mesima (San Ferdinando) – inquinata

  • Foce fiume Petrace (Gioia Tauro)

  • Torrente Annunziata e Caserta (Reggio Calabria)

  • Mare presso scarico depuratore (Pellaro)

  • Foce torrente Menga (San Gregorio)

Vibo Valentia

Dei quattro punti:

  • Solo la foce del fiume Angitola (Pizzo) è entro i limiti

  • Fortemente inquinati: foce torrente Murria (Briatico), torrente Ruffa (Ricadi)

  • Inquinato: torrente Mandricelle (spiaggia Coccorino, Joppolo)

Legambiente: “Situazione grave e cronica”

«Anche quest’anno oltre la metà dei punti è oltre i limiti di legge. I passi compiuti da Regione e comuni sono insufficienti», ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. «Serve un’accelerazione decisa per garantire una depurazione adeguata e tutelare l’ambiente e i cittadini».

Sulla stessa linea Laura Brambilla, portavoce di Goletta Verde: «Ogni anno riscontriamo le stesse criticità, soprattutto alle foci dei fiumi, che rappresentano l’anello debole. La depurazione deve diventare una priorità o l’Italia rischia nuove sanzioni europee».

Manca l’informazione ai cittadini

Oltre all’inquinamento, Legambiente segnala una grave carenza nella cartellonistica: solo presso la foce del torrente Menga a San Gregorio è stato trovato un cartello di divieto di balneazione. In tutti gli altri casi, l’assenza di segnalazione espone i bagnanti a rischi, specie nelle spiagge libere vicino alle foci.

Inoltre, solo alla foce del fiume Crati è stato individuato un cartello informativo sulla qualità delle acque.

Il metodo del monitoraggio

I campionamenti di Goletta Verde sono stati eseguiti da tecnici e volontari formati da Legambiente, seguendo rigidi protocolli scientifici. I parametri analizzati sono Escherichia coli ed enterococchi intestinali, indicatori chiave della contaminazione fecale.

I campioni vengono prelevati in contenitori sterili, refrigerati e analizzati entro 24 ore, presso laboratori selezionati sul territorio.

Conclusioni

La fotografia scattata da Goletta Verde evidenzia criticità strutturali e sistemiche, legate sia a inefficienze amministrative che alla carenza di controlli e informazione. Legambiente invita le istituzioni a un’azione più decisa e trasparente, prima che la situazione diventi irreversibile.

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