Questa è la storia di un invisibile, di quelle persone che, invece, tutti i giorni incrociamo in strada e nelle piazze ma solo in determinati orari: alla mattina prestissimo e alla sera tardi. Sono invisibili perchè il resto della giornata diventano braccia da lavoro, soprattutto, in nero per agricoltura ed edilizia.
Oggi, vogliamo raccontarvi di un invisibile che, per paradosso, diventa visibile, presente ed “esiste“, solo dopo essere morto. Nelle scorse ore vi abbiamo proposto l’appello lanciato attraverso Cityone da un giovane africano, Ezana David che, orgogliosamente, si fa chiamare “chef David” (nel fotino). Voleva sapere perchè un suo coinquilino, dopo alcuni giorni di ricovero, è morto in ospedale, per quali cause e per quale motivo nessuno gli dava risposte.Vedi appello
La nostra “macchina” si è messa subito in moto e in poco tempo, grazie alla collaborazione del collega Pasqualino Natrella dell’Asp di Catanzaro, della competente dirigente del nosocomio lametino e dei servizi sociali del Comune, abbiamo potuto, finalmente, fornire le risposte richieste.
Ecco i fatti: Giovedì scorso nel reparto di medicina dell’ospedale lametino è spirato il 31enne Omo Osawaru, nato in Nigeria e da alcuni anni diventato “invisibile” qui a Lamezia. Dopo un breve passaggio, circa una ventina di giorni nell’agosto 2021, presso la ‘Cooperativa Malgrado Tutto’, di lui non si è saputo più nulla. I suoi amici ne parlano come di una persona silenziosa, quasi assente, che, forse, trovava nell’alcol il “rifugio”, per “dimenticare” le difficoltà passate e presenti della sua giovane esistenza. Omo Osawaru la mattina all’alba andava a lavorare tra i campi, chiamato per questa o quell’esigenza stagionale. Nell’ultimo periodo era impegnato nella raccolta delle olive.
La settimana prima del decesso, inizia a sentirsi male. Dolori lancinanti a pancia, stomaco e schiena. Lo portano al pronto soccorso dell’ospedale in stato di ebbrezza alcolica seguito da uno stato di coma. La situazione sembra peggiorare di giorno in giorno e, nonostante, le immediate terapie Omo Osawara muore, probabilmente, a causa di una serie di emorragie epatiche e gastriche.
E proprio nel momento del decesso il 31enne da “invisibile” diventa “visibile”. Si mette in moto, infatti, una lunga serie di procedure che porta i competenti uffici sanitari a cercare, con l’ausilio della Polizia tempestivamente informata, eventuali parenti in Italia al fine di consegnare la salma. L’esito, però, è negativo. La salma di Omo Osawaru, in attesa di concludere tutte le procedure e le disposizioni di legge, viene adagiata in una cella frigorifera dell’ospedale. Quello che adesso è urgente fare, visto che nessun parente è stato rintracciato nemmeno in Nigeria, è dargli una degna sepoltura. Il suo coinquilino, lo stesso che ha reso noto la vicenda, contatta un agenzia di pompe funebri che chiede 5mila euro. Una somma enorme che nemmeno con un inizio di colletta potrà mai essere raggiunta.
A questo punto intervengono i Servizi sociali del Comune, che da giorni seguono la vicenda, e attraverso la dottoressa Mara Lettieri ci fanno sapere che sarà il Comune di Lamezia Terme a farsi carico della degna sepoltura di Omo Osawaru.
A conclusione di questo racconto, che ovviamente è sintetizzato in poche righe ma che ha coinvolto tante persone, dobbiamo sinceramente evidenziare come, anche in un frangente così delicato e complicato da gestire, tutti gli uffici pubblici interessati hanno dato prova di efficienza e, spesso non è scontato, di grande sensibilità umana.




