Nel pieno del fermento pre-elettorale, si accende il dibattito sull’utilità reale dei confronti pubblici tra candidati. A esprimere la propria opinione in modo netto è Gianpaolo Bevilacqua.
Ci sono molti dibattiti e confronti a cui partecipate in questo periodo. Ma secondo lei, sono davvero utili? La cittadinanza riesce ad apprendere qualcosa di concreto dalle vostre campagne elettorali attraverso questi spazi?
“Assolutamente, sono serviti, servono e serviranno… ma fino a un certo punto. Ho un mio pensiero personale: da domenica non parteciperò più a nessuna manifestazione, in quanto bisogna fare campagna elettorale. Sono rimasti 15 giorni e, se perdiamo tempo, non si può fare campagna elettorale”.
Parole chiare, che segnano un cambio di rotta deciso nella strategia del candidato, pronto a concentrarsi esclusivamente sul contatto diretto con gli elettori.
Quindi è ufficiale: non parteciperà più a nessun dibattito?
“No, da lunedì in poi no. Fino ad adesso ho rispettato gli impegni perché è giusto dare notizie anche tramite le televisioni, però adesso bisogna fare campagna elettorale”.
Una dichiarazione che certamente farà discutere, ma che riflette una linea pragmatica: con il tempo che stringe, ogni ora spesa lontano dal territorio può fare la differenza.
