Il Progetto Gedeone è lieto ed estremamente orgoglioso di annunciare e celebrare il recente, prestigioso riconoscimento conferito al nostro stimato coordinatore, il Poeta-Psicologo Dott. Luigi Pullia. Con immensa soddisfazione, esprimiamo le nostre più sentite congratulazioni al Dott. Pullia per l’affermazione conseguita al Concorso Internazionale di Poesia “PACE in TERRA”, un evento di risonanza globale organizzato dalla rinomata Nuova Accademia dei Bronzi. Questo traguardo non è solo un successo personale per il Dott. Pullia, ma un motivo di profondo orgoglio per l’intera comunità del Progetto Gedeone, che riconosce nel suo lavoro e nella sua visione i valori fondanti della propria missione.
Il fulcro di questo encomiabile successo è la sua lirica intitolata “MARIA”, un’opera che ha saputo toccare le corde più profonde dell’animo umano e che è stata insignita del grande medaglione dell’Accademia dei Bronzi, a simboleggiare l’eccezionale valore e il profondo messaggio che essa veicola. Attraverso “MARIA”, il poeta lametino ha scelto di rendere un sentito omaggio alla figura della Madonna, presentandola come un faro di riferimento spirituale in questa fase della sua esistenza. In un’epoca segnata da dolore, conflitti e sofferenza, come sottolineato nella breve analisi critica che ha accompagnato la poesia, la lirica di Pullia assume un significato straordinariamente ricco di fascino e mistero. Essa manifesta, da uomo di scienza quale il Dott. Pullia è, la “propria pace dell’intelletto, conseguita dopo essersi arreso al mistero della fede”. Questa peculiare sintesi tra ragione e spiritualità, tra conoscenza scientifica e abbandono alla fede, rende la sua opera non solo poeticamente elevata ma anche profondamente umana e universale.
Il Concorso Internazionale di Poesia “PACE in TERRA” non è un evento qualsiasi; esso si inserisce in un contesto di grande rilevanza storica e culturale. Promosso dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro e dal Centro Culturale “La Ritornanza” di Petrizzi, il Premio è stato ideato in occasione del venticinquesimo Giubileo della Storia della Chiesa. La sua ispirazione deriva direttamente dall’Enciclica “Pacem in Terris” dell’11 aprile 1963 di Sua Santità Papa Giovanni XXIII. Questo richiamo all’enciclica papale, come evidenziato dai promotori del Premio, è più che mai necessario in un’epoca in cui il bisogno di pace, riconciliazione e unione tra i popoli è pressante e urgente. Siamo testimoni di un mondo in cui 56 conflitti armati sono attualmente in atto, un numero senza precedenti dalla fine delle due Guerre Mondiali. Dopo l’immane tragedia di Hiroshima e Nagasaki e la conclusione del secondo conflitto mondiale, sembrava che l’umanità avesse compreso la devastazione e le conseguenze esiziali della guerra. Papa Paolo VI, nel suo storico discorso all’ONU del 4 ottobre 1965, per il ventennale delle Nazioni Unite, aveva pronunciato le parole risuonanti: “Mai più la guerra, mai più la guerra!”. Il mondo, ieri come oggi, esige una pace vera, stabile e duratura, dopo le immense sofferenze e i lutti che hanno sconvolto il nostro secolo.
Tuttavia, come amaramente constatato dagli organizzatori del Premio, oggi tutto sembra essere crollato, con il predominio della forza che ha sopraffatto la saggezza e l’equilibrio, calpestando il diritto di ogni nazione di vivere in pace. Si è persa quella consapevolezza che, come affermato dal filosofo Kant nel suo saggio “Per la pace perpetua”, “un’ingiustizia nel mondo è un grande torto per chiunque!”. Kant, infatti, aveva già proposto un modello di pace basato su una Federazione di Repubbliche libere che cooperassero su leggi internazionali condivise. La politica delle armi, invece, ha dimostrato di essere il capovolgimento di tutto ciò che è umano, sacro, amore, fratellanza e condivisione, minando alla radice il valore primordiale dell’altro come persona. La Parabola del Buon Samaritano sembra aver perso il suo significato più profondo, quello di costruire un mondo di compassione e condivisione dove l’Amore prevale sull’indifferenza e sull’odio.
La guerra, è fondamentale ricordarlo, non è solo distruzione materiale, ma anche annientamento di valori morali, fame, persecuzioni e privazione di diritti e libertà. Soprattutto, è una privazione violenta della vita e dei legami, lasciando sul terreno solo morti, corpi senza identità, senza nome. È una negazione del futuro vitale e della gioia di esistere per tanti bambini innocenti. E, aspetto cruciale, in guerra non ci sono mai vincitori e vinti, ma solo vittime di una strage inutile, una sconfitta non solo per l’umanità ma per l’uomo stesso che combatte contro se stesso. I conflitti non risolvono i problemi, ma ne creano di nuovi, alimentando odio su odio, morte su morte, spesso per un fraintendimento del senso di giustizia, perché la vera giustizia è la più alta espressione della maturità e della coscienza umana.
In questo scenario di urgenza, l’Enciclica “Pacem in Terris” offre le condizioni essenziali per una pace giusta e duratura, individuate dal Santo Padre in quattro esigenze fondamentali: Verità, Giustizia, Amore e Libertà. Per raggiungere una vera pace, è imperativo eliminare le disuguaglianze sociali, potenziare l’istruzione e l’educazione, e cambiare atteggiamenti di rivalsa. Papa Francesco, nel suo discorso al Dicastero della Comunicazione del 31 ottobre 2024, ha esortato a “costruire ponti, quando tanti innalzano muri; quello di favorire la comunione, quando tanti fomentano la divisione; quello di lasciarsi coinvolgere dai drammi del nostro tempo, quando tanti preferiscono l’indifferenza”.
Ciò che serve oggi è tornare a curare e nutrire le virtù del cuore, riscoprire la bellezza della natura e ricercare nell’animo umano quei grandi doni emozionali di cui l’uomo è portatore. E in questo contesto, l’arte gioca un ruolo cruciale, perché “L’arte è la forma più alta della speranza” (Gerhard Richter). Ed è con questa profonda convinzione che l’Accademia dei Bronzi e La Ritornanza hanno promosso il Premio “Pace in Terra”, con la speranza che possa rinascere la comunione con il mondo e si possa ricostruire il rapporto fecondo tra Pace, Fede e fratellanza, ritrovando così il senso della vita. In questo ambizioso progetto, la poesia, una delle espressioni più nobili dell’Arte, si dedica a far sì che il vento della speranza e della pace torni a soffiare sul mondo. I poeti, infatti, attraverso il loro cammino interiore e personale, il loro lavoro su se stessi e il confronto con l’anima e con il mondo, riescono a riconoscere il valore del bene universale e a creare quella cosmogonia primordiale affinché la poesia divenga messaggio di pace, di concordia, di ascesi, di aspirazione e si trasformi in spirito guida per riappropriarsi di quei valori universalmente riconosciuti di cui l’umanità ha tanto bisogno. L’arma dei poeti è la parola, una parola che ha il potere di costruire significati laddove i discorsi retorici si svuotano di senso, restituendo valore alla cultura e all’inestimabile significato del vivere.
Il Dott. Luigi Pullia incarna perfettamente questa visione. Il suo impegno nel campo della poesia è noto non solo come espressione artistica, ma come “messaggio e ricerca metafisica dell’essere”. La sua concezione della poesia come “terapia che parla all’anima” è in perfetta sintonia con la missione del Progetto Gedeone. Per Pullia, la poesia è uno strumento che, sebbene a volte pervasa dal dolore, non perde mai la speranza e la gioia nel ritrovarsi in una “dimensione olistica dell’essere”. Questa prospettiva olistica, che vede l’essere umano nella sua interezza di corpo, mente e spirito, è un principio fondamentale che il Progetto Gedeone condivide e promuove attivamente.
Il riconoscimento ottenuto con “MARIA” e la sua inclusione nell’antologia “VOCI POETICHE DEL XXI SECOLO”, che sarà inviata gratuitamente a 50 Biblioteche Nazionali con un’alta risonanza nel mondo poetico contemporaneo, è una testimonianza tangibile del prestigio e dell’impatto del lavoro del Dott. Pullia. Da anni, egli si muove nel panorama letterario internazionale, collezionando riconoscimenti di notevole prestigio. Avere una figura di tale calibro e sensibilità come coordinatore del Progetto Gedeone è per noi un privilegio e un onore, che rafforza la nostra missione di promuovere la pace, la speranza e il benessere dell’anima attraverso la cultura e il sapere.
Il Progetto Gedeone augura al Dott. Pullia successi sempre più elevati nel panorama letterario e, soprattutto, gli augura di continuare a essere quel faro di luce e ispirazione che con la sua arte e la sua profonda comprensione dell’animo umano, riesce a tessere fili di speranza in un mondo che ne ha disperatamente bisogno. La sua poesia è un ponte, una mano tesa verso quella pace intellettuale e spirituale che è il fondamento per una pace duratura tra gli uomini. Siamo con te, Dott. Pullia, nel tuo incessante cammino di poesia, fede e pace.
Fonte Segreteria Gedeone